Nella nostra società, dove molti valori sono cambiati e il tempo da dedicare ai figli è sempre meno, una mamma può essere indotta a pensare che la richiesta di presenza, da parte dei propri figli, sia eccessiva.
Sentiamo di dover ricominciare a lavorare presto, di dover dare delle spiegazioni riguardo alla necessità di rimanere con i nostri bambini, ci sentiamo inefficaci nel trovare regole e tempi nuovi.
Perdiamo così di vista l’importanza della maternità e della profonda esperienza che è l’allattamento, se abbiamo fatto questa scelta. Viene a mancare il contatto con le emozioni così vivide di questo momento.
Il corpo è cambiato in pochi
mesi: ha creato e lasciato andare con tutte le implicazioni ormonali che si ripercuotono
sullo stato emotivo.
Un corpo, non solo una mente, dovrà rimettersi in gioco in fretta, per esigenze
lavorative e per aderire all’idea-immagine che vogliamo dare di noi.
Le difficoltà che incontriamo sono fisiche ed emozionali, il nostro pensiero si proietta già troppo avanti verso una ripresa ideale che spesso non è reale o immediata come vorremmo.
Possiamo veramente trascurare il coinvolgimento fisico ed emotivo del mettere al mondo un figlio?
Vogliamo parlare della nostra incapacità a volte di chiedere aiuto?
Della nostra idea di dover essere perfette per tutti?
Rischiamo spesso di aderire a modelli preconfezionati, ma ogni bambino, così come ogni donna ha la sua risposta, il suo momento, il suo sentire, un ambiente che la circonda e persone che fanno parte della sua vita, di tutto questo si dovrà tener conto.
Imparare ad Amare, incomincia con “l’Amarsi,” rispettando la propria natura, diversa e unica in ogni essere che viene al mondo.
Prenderne coscienza forse non aiuta a dare regole nuove alla fretta del mondo, ma ci serve a pensare, per trovare un rispetto consapevole, un legittimo riconoscimento, un valore, in quel Femminile che pulsa a volte inascoltato e che vogliamo tornare ad essere: un Femminile che riconosce i suoi ritmi naturali è in armonia con l’Universo.